Il comandante in capo dell'esercito Austriaco con residenza a Padova è stato il conte Oliviero di Wallis, entrato qui il 25 gennaio 1798 e richiamato a Vienna nel novembre. A suo successore venne nominato il Principe Guglielmo d'Orange-Nassau, giovane di 24 anni e già generale ben quotato. Giunse a Padova alla fine del novembre 1798 ed assunse il comando il 1 dicembre, scegliendo per suo alloggio il palazzo Dondi dall'Orologio. Ma ben poco tenne questa suprema carica perché il 24 dicembre fu colto da terribile febbre perniciosa e morì dopo pochi giorni di malattia. Dice il cronista Gennari che destò molta compassione nei padovani la morte improvvisa di un così giovane principe, tanto più che tra il popolo era corsa la voce che fosse stato avvelenato. Gli si fecero solenni funerali, tutte le campane della città suonarono a morto, sospesi i teatri, chiusi i negozi il corteo funebre era preceduto da tutti i generali del Comando Supremo con numerosi ufficiali; seguiva un reggimento di fanteria, due batterie d'artiglieria, poi il cavallo del principe. con gualdrappa nera, ed un'altra banda militare. La bara era portata da caporali e gli ufficiali superiori tenevano i cordoni, seguiva tutto lo stato maggiore e le autorità cittadine poi altri reggimenti ed infine gran folla di popolo. Non intervenne il clero perché il principe non era cattolico. Essendo egli di religione protestante venne sepolto nella sagrestia della Chiesa degli Eremitani, cioè in luogo non sacro e nell'anno seguente gli venne eretto un monumentale sepolcro, opera del Casanova. Novantasette anni dopo e precisamente nel 1896, la regina Guglielmina di Olanda della famiglia d'Orange-Nassau, tutt'ora regnante richiese la salma del suo amato antenato, e le ossa del giovane principe partirono da Padova assieme al prezioso monumento e furono solennemente trasportate in Olanda. Agli Eremitani non restò che la lapide che copriva la sepoltura.
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